Campionati Italiani Dilettanti: Milano 1920
- Pubblicato: 07 Novembre 2016
I campionati italiani dilettanti approdano per la dodicesima volta in Lombardia, Bergamo è la città prescelta. In precedenza la kermesse nazionale fu organizzata a Milano per ben nove volte e le altre due a Como e Vigevano.
Milano 1920
La prima edizione dei Campionati italiani dilettanti si svolse a Milano dal 29 giugno al 4 luglio del 1920. L’edizione milanese fu caratterizzata da decisioni discutibili e dall’applicazione di regolamenti troppo accomodanti.
Vi presero parte sessanta pugili provenienti in gran parte dalla Lombardia, in particolare da sette società di Milano, l’Amateur B.C., lo Sport Club Volta, la U.S. Lambrate, il Club Pugilistico Milanese, la Pro Milano, l’Unione Sportiva Milanese e da un pugile, Brusaioli, del B. Club Pavia.
Gli altri partecipanti provenivano da due società piemontesi, la Ginnastica Sub Alpina di Torino e la Forza e Coraggio di Alessandria, da due società venete, la S.C. di Verona e l’Esperia di Fiume, dalla società Forti e Veloci di Genova e dal Club Sportivo Firenze. Da Roma giunse solo un piccolo drappello di otto pugili.
La causa di questa scarsa partecipazione va ricercata in una disposizione della federazione. Impose che le spese di viaggio e di soggiorno a Milano, quantificate in quattrocento lire fossero a totale carico del pugile partecipante. Questa decisione provocò la forte reazione del Presidente dell’Audace Felice Tonetti. Con una lettera inviata al Presidente Ugo Gherardi, pubblicata qualche giorno prima della manifestazione anche su “La Gazzetta dello Sport”, Tonetti accusò senza mezze parole la federazione di aver voluto favorire, limitando la partecipazione dei pugili romani, le società del nord.
Le critiche non sortirono, però, alcun effetto. Sebbene quella romana fosse una sparuta pattuglia di partecipanti seppe comportarsi sul ring molto onorevolmente. Leo Giunchi, Dario Della Valle e Mariano Barbaresi dell’Audace salirono sul gradino più alto del podio, Pietro Petasecca della Giuseppe Mazzini ottenne la medaglia d’argento. Tullio Alessandri della Pro Roma ed Enrico Monti dell’Audace non riuscirono ad entrare nel giro medaglie perché sconfitti da Giuseppe Zanati e da Mario Ceriani, che sarebbero diventati i campioni, rispettivamente, nelle categorie dei gallo e dei mediomassimi.
Guido Guidi della Giovane Italia e Giuseppe Bolletti dell’Audace non riuscirono, invece, ad accedere alla fase finale. Ai pugili sopra menzionati vanno aggiunti altri che, in quel momento, disputavano il servizio militare nella zona di Milano.
Le eliminatorie si svolsero in via Moscati, nel cortile della palestra della Pro Milano, mentre gli incontri di finale ebbero luogo all’interno del Teatro Lirico.
Per rispettare i tempi stabiliti, gli organizzatori decisero che nel cortile di via Moscati si sarebbe combattuto anche in caso di pioggia. Per fortuna, il tempo fu clemente e permise il regolare svolgimento di tutte le serate.
L’unica nota stonata fu il pubblico che non brillò certo per la sua partecipazione. Ma le stranezze non finirono lì. Mario Bosisio e Pietro Petasecca, sconfitti alla loro prima apparizione sul ring dal genovese Mascena e da Pietro Dall’Oro, furono riammessi in gara perché sotto osservazione per l’eventuale partecipazione alle Olimpiadi di Anversa.
Questi furono gli incontri di finale.
Pesi Mosca: Pietro Dall’Oro batte Pietro Petasecca
Pesi Gallo: Giuseppe Zanati batte Marco Mastrodonato
Pesi Piuma: Piero Labbri batte Messaggi
Pesi Leggeri: Leo Giunchi batte Mario Bosisio
Pesi Medioleggeri: Dario Della Valle batte Martinetti
Pesi Medi: Rino Contro batte Moro
Pesi Mediomassimi: Mario Ceriani batte Fumagalli
Pesi Massimi: Mariano Barbaresi batte Francesco Clerici
Tutti i vincitori, tranne il peso mosca Dall’Oro, sono passati al professionismo.
Qualche giorno dopo, i nuovi campioni, unitamente ad alcuni pugili che non avevano potuto partecipare alla rassegna milanese, presero parte ad un lungo ritiro collegiale, questa volta a spese della federazione, che si svolse in una località sul lago Maggiore. Al termine del ritiro, toccò al maestro Caversazio scegliere i pugili che avrebbero rappresentato l’Italia alle Olimpiadi di Anversa.
Pietro Anselmi