Dopo i cinque meravigliosi anni passati con Mondoboxe ed un anno sabbatico, ero a Bollate per le finali delle Cinture Lombarde 2010. Era il 31 ottobre ed il Presidente Omar Gentile mi conferiva l’incarico di addetto stampa del Comitato Regionale Lombardo della FPI.

Ho seguito quelle finali un po’ distrattamente ma sono rimasto colpito, ed il ricordo è ancora indelebile, da un gruppetto di persone, vestite tutte con la stessa tuta, guidato da due simpatici individui che non conoscevo e che indossavano curiosi berretti al contrario. Impossibile passare inosservati. Quel gruppetto faceva un tifo pazzesco che mi affascinava. I due tecnici in questione erano Domenico e Leonardo Pasqualetti, il gruppetto era formato dagli atleti dell’APOT 1928, società nata per celebrare le gesta del grande maestro Ottavio Tazzi, “il Nonno”.

Ottavio Tazzi Pasqualetti

Oggi (2 ottobre 2016), a distanza di sei anni, li incontro ancora a Bollate. Ormai li vedo ad ogni evento pugilistico ma di loro so poco. Rimediamo con una simpatica chiacchierata.

- Com’eravate voi due da ragazzi? Secondo me irrequieti.

Prende la parola Leo: “Ma nooo, che dici? Sì, è verissimo. Eravamo irrequieti e litigavamo spesso con i nostri coetanei ma la colpa è di Nico

Giro lo sguardo verso Nico, che è il più grande e, tra i due, mi sembrava il più saggio. “E’ vero. Ci eravamo trasferiti dalla Bovisa al quartiere Corvetto di Milano. Era una zona popolare e c’erano ragazzi che provenivano da varie regioni d’Italia e da altre zone della città. Leo aveva 11 anni, io gli dissi che dovevamo farci rispettare fin da subito così ogni giorno finivamo a scazzottarci con gli altri ragazzi”

- Ma andavate già in palestra?

No. Noi giocavamo e abbiamo sempre giocato a calcio. Leo era anche bravo, ha fatto un provino per il Milan ma non se n’è fatto niente. Cercavamo una palestra, ce ne avevano consigliato una in Porta Vittoria ma, nel frattempo, aveva chiuso. Così siamo capitati alla Doria in zona San Babila. Era il 1988”.

- E lì avete conosciuto il maestro Tazzi?

Leo: “Nico si era rotto il braccio giocando a calcio, necessitava di riabilitazione. In palestra c’erano dei corsi di boxe tenuti dal maestro Tazzi. Erano anni d’oro per la boxe italiana. In quella palestra si allenavano campioni come Nati, Kamel, Damiani, Stecca, Romolo Casamonica, Nardiello, tutta gente amministrata dal manager Umberto Branchini che, prima della disputa di un titolo importante, veniva a fare i guanti in Doria. La Doria era il centro della boxe milanese”

- Chi ha cominciato con l’attività agonistica?

Nico: “Ho cominciato io. Volevo bruciare le tappe e combattere subito ma Tazzi mi frenava. Ci si allenava con gente del calibro di Gigliotti, Scognamiglio e Farina. Un giorno, Tazzi mi presentò un ragazzo di un’altra palestra con cui dovevo fare i guanti. Da lì a pochi giorni, ci incontrammo ufficialmente nel mio esordio pugilistico, a Robbiate

- Che tipo era il “Nonno” Tazzi?

Ottavio Tazzi era una persona straordinaria, una figura carismatica. Quando ti guardava o ti rivolgeva la parola, ti faceva sentire importante. Lui doveva occuparsi dei campioni ma trovava il tempo anche per noi giovanissimi alle prime esperienze sul ring. Noi imparavamo anche solo osservando come si muovevano gli altri. Ogni tanto facevamo allenamento con qualche pugile professionista. Leo ha fatto i guanti con Fragomeni, Nico con Terlizzi

- E poi è arrivata la vostra carriera da pugile?

Nico: “Sì, anche se io ho smesso presto. Ero ancora giovanissimo ma avevo perso gli stimoli. Avevo bisogno di sentirmi più seguito. Invece, Tazzi aveva ereditato parte della colonia pugilistica Branchini/Totip per cui doveva dedicarsi al 100% ai professionisti. Ho ripreso a giocare a calcio mentre Leo ha continuato anche con la boxe

Nico Pasqualetti FB

- Quindi è Leo il campione di famiglia?

Leo: “Noi siamo diversi come carattere e anche come impostazione pugilistica. Nico era più tecnico, io più portato alla lotta. Ho disputato un centinaio di match e ho combattuto contro Bundu, Aurino e Bozic. Ho vestito la maglia della Nazionale con la quale ho disputato un torneo preolimpico a Londra. Nico ha vinto i Campionati Italiani Novizi ad Acqui Terme

- E poi avete intrapreso la carriera di tecnici sportivi

Nico: “Dopo l’esperienza alla Doria, siamo tornati alla University of Fighting di Milano, altra importante società pugilistica milanese, ma volevamo qualcosa di nostro e così, nel 2007, abbiamo fondato l’APOT 1928, l’Associazione Pugilistica Ottavio Tazzi

cintura trofeo tazzi

- E, da allora, ne avete fatta di strada

Nico: “Oggi, in base ai risultati ottenuti nel 2015, siamo la prima società in Lombardia e tra le prime trenta in Italia. Se pensiamo al primo anno, ci vien da ridere. Organizziamo da due anni il Trofeo Ottavio Tazzi e ci teniamo a migliorarci sempre e migliorare la qualità del torneo. Quest’anno la serata finale, tra il team italiano e quello tedesco, si è svolta in una prestigiosa location, il Crowne Plaza di San Donato

Daniela Albini

Dopo questa chiacchierata, il loro pugile Alessio Lorusso si è aggiudicato il Torneo Lombardo Senior 2016 conquistando il diritto a battersi nelle finali nazionali. I successi dell’APOT proseguono.

Demetrio Romanò