Bergamo, domenica 29 giugno 2014. Con gli ultimi nove incontri in programma nel pomeriggio domenicale si è chiusa l’VIII edizione del Torneo Nazionale Guanto d’Oro d’Italia indetto dalla Federazione Pugilistica Italiana e perfettamente organizzato dalla Bergamo Boxe del presidente Massimo Bugada in collaborazione con il Comitato Regionale Lombardia. Tutte le fasi del torneo hanno visto la presenza del presidente FPI Alberto Brasca, del consigliere federale Sergio Rosa, del presidente regionale Luisella Colombi, del responsabile tecnico delle nazionali maschili Raffaele Bergamasco e di Francesco Damiani, responsabile tecnico dell’Italia Thunder Boxing Team.

I match di finale sono stati impreziositi dalla presenza di Sergio Gandi, vice sindaco di Bergamo, Loredana Poli, assessore allo sport e all’istruzione del Comune di Bergamo, Pierluigi Marzorati, presidente del CONI Lombardia, Danilo Minuti, consigliere comunale di Bergamo, Alessandro Cottini, assessore allo sport della Provincia di Bergamo, Giuseppe Pezzoli, delegato CONI della Provincia di Bergamo.

Vianello _ Squeo _ Scardina _ Perugino _ Nino Benvenuti _ Di Russo _ De Filippo _ Gasparri 5149

La nostra impressione, confermata dai giudizi dei tecnici Bergamasco e Damiani, è che si sia trattato di un’edizione dal livello qualitativo più alto delle precedenti. Quasi tutti i migliori under 23 italiani erano presenti alla manifestazione che includeva molti campioni nazionali nelle categorie giovanili e, addirittura, due campioni italiani elite. I 59 incontri che si sono svolti all’interno della palestra dell’Istituto IMIBERGsono stati quasi tutti combattuti, spettacolari e dall’esito incerto. Qualche volta l’equilibrio nell’andamento dei match ha determinato qualche mugugno da parte dell’angolo sfavorito dai giudici. La Lombardia ha schierato sette elementi riuscendo a portarne in finale ben tre: Scardina, vincitore dell’edizione 2013, e Benkorichi della Pugilistica Domino oltre ad Alessio Spahiu, beniamino di casa visto che si allena alla Bergamo Boxe. Vediamo com’è andata la giornata finale partendo dalle categorie che vedevano impegnati gli atleti lombardi.

60 kg. La finale vede di fronte il milanese Fateh Benkorichi (Pug. Domino) ed il napoletano Donato Cosenza delle Fiamme Oro, di due anni più grande del nostro pugile e dal curriculum spaventoso: 2 campionati italiani elite vinti, 3 campionati nazionali giovanili, 1 Guanto d’oro, vari secondi posti, membro stabile della Nazionale Italiana con 90 match all’attivo. Il cammino verso la finale di Benkorichi è stato insidiato da due forti avversari come Caputo e Magnesi ma anche Cosenza è stato impegnato a fondo, in particolare nella semifinale vinta di misure con il ligure Boufrakech. Solito tema tattico: Cosenza a centro ring cercando di accorciare la distanza, Benkorichi girando intorno per sfruttare il gioco di gambe e la velocità d’esecuzione. Il lombardo è nel match e non sembra soffrire l’emozione. I primi colpi a segno sono due suoi sinistri. Fateh è reattivo, Cosenza è sempre pericoloso ma appare meno tonico di altre volte. Anche lui accusa un po’ di stanchezza. Nella prima parte del secondo round, il napoletano si fa vedere e mette qualche colpo ma nell’ultimo minuto è ancora il milanese che prende coraggio ed impone la sua boxe varia. Non sembra vero ma Benkorichi se la sta giocando con un avversario che, sulla carta, appariva impossibile da avvicinare. Nel terzo round, il pubblico sospinge l’atleta lombardo che si comporta tatticamente in modo perfetto. Inevitabile qualche gancio di Cosenza a segno e qualche pausa contro le corde ma, ancora verso la fine del round, Benkorichi si impegna in un forcing che dà i suoi frutti anche se i due pugili appaiono stanchi e poco lucidi. Per noi ha vinto Benkorichi ma stentiamo a crederci. Purtroppo, nemmeno i giudici hanno il coraggio di dare la vittoria al giovane outsider. Ci sta il 29 a 28 di due giudici per l’uno e per l’altro mentre non ci sta proprio il 30 a 27 emesso dal giudice ligure a favore di Cosenza che penalizza fortemente il pugile della Domino, peraltro soddisfatto del suo magnifico torneo. “Va bene così” è il suo sportivo commento a fine match.

Donato Cosenza _ Raffaele Bergamasco _ Fateh Benkorichi 5097

81 kg. Prima del commento al match, raccontiamo brevemente un aneddoto. Arrivando alla palestra IMIBERG, troviamo seduti insieme su una panchina Daniele Scardina, il cosentino Antonio Lavitola ed il tecnico del calabrese. Li provochiamo scherzosamente “ma lo sapete che tra un po’ dovrete prendervi a pugni?”. Rispondono all’unisono “sì, ma siamo amici”. Questa è la boxe praticata da atleti e uomini veri. I due, segnati in volto dalle battaglie precedenti, si sono già affrontati nella finale di Marcianise 2013 quando prevalse Scardina con il punteggio di 20 a 9. Si potrebbe pensare ad una passeggiata per il milanese ma Lavitola ha dato notevole prova di forza in semifinale contro il georgiano Gogiashvili. Il match ha inizio: Lavitola è a centro ring cercando di portare i suoi ganci pesanti, Scardina in continuo movimento per allontanarsi dalla traiettoria dei colpi dell’avversario. Bene Scardina che non offre un bersaglio fisso e rientra con colpi in serie che vanno a segno. Perfetta l’interpretazione del match. Scardina non deve mai fermarsi a scambiare e non deve farsi chiudere alle corde. Così fa, funzionano bene sia il destro che il sinistro. Dopo un primo round vinto, Scardina intensifica l’azione ancora di più disorientando il sempre temibile avversario che non riesce ad inquadrarlo. La ripresa è vinta ancora più nettamente della prima ma non si deve cantare vittoria fino alla proclamazione del verdetto. Nell’ultima frazione sopraggiunge in entrambi la fatica dei match precedenti. Scardina è meno sgusciante e deve ricorrere a qualche clinch per evitare il colpaccio della domenica. Anche Lavitola ha perso lucidità ma la potenza nei colpi resta un’arma importante. Scardina potrebbe aver perso la ripresa ma dovrebbe aver portato a casa la vittoria. Così è anche per i giudici che danno 29 a 28 su due cartellini mentre un terzo ha 30 a 27. Vittoria unanime e meritata per il lombardo.

Assessore sport _ Luisella Colombi _ Daniele Scardina _ Antonio Lavitola 5123

+ 91 kg. Sul ring Alessio “Ciccio” Spahiu (Bergamo Boxe) ed il campione italiano elite, il ventenne romano Guido Vianello, il supermassimo che dovrebbe raccogliere l’eredità sportiva di Cammarelle. Vianello è alto, elegante ed ha una boxe bella da vedersi. Spahiu, migliorato molto tecnicamente negli ultimi tempi, ha nel ritmo e nell’aggressività i suoi punti di forza. Sulla carta il confronto appare impossibile da vincere. Spahiu ha già vinto il suo torneo superando avversari molto forti come Rossano, che l’aveva battuto l’anno scorso a Marcianise, ed il romano Carbotti, pugile dal destro micidiale. Quindi, nulla da perdere per il popolare Spahiu incoraggiato a gran voce dal pubblico presente e dal fratello Endri. Si vede subito che Vianello è più in linea, Spahiu abbozza qualche colpo ma non riesce a dare continuità all’azione. La preparazione fisica del bresciano/bergamasco è perfetta. Raramente si vede un tale ritmo nei match tra supermassimi. Nel secondo round, dopo aver subìto alcuni destri, Spahiu getta alle ortiche la tattica e si butta sull’avversario mettendo il match sul piano della bagarre. Il terzo round è una vera bolgia. Il ritmo altissimo impresso da Spahiu ed il tifo del pubblico surriscaldano l’ambiente. Vianello deve impegnarsi al massimo per scrollarsi di dosso il 23enne lombardo. Per grinta e cuore, Spahiu sarebbe campione del mondo. Il giudizio finale è determinato da altre componenti per cui, secondo il nostro modesto parere, Spahiu non ha vinto. I tre giudici hanno un verdetto contrastato: 29 a 28 per l’uno e per l’altro. Decide il 30 a 27 per il campione italiano Vianello, presente e futuro della categoria. Assolutamente non è una bocciatura per Spahiu che ha confermato di essere ormai nell’elite nazionale.

Luisella Colombi _ Alessio Spahiu _ Guido Vianello _ Massimo Bugada 5139

52 kg. Si ripete la finale del 2013 tra Gianluca Conselmo (Sicilia) ed il marocchino Mohammed Obbadi(Toscana). Dopo un primo round equilibrato, Obbadi prende il largo grazie alla sua concretezza ed ad un ritmo incalzante impresso al match. Non un attimo di pausa per il motorino dell’A.P.F. del maestro Boncinelli che porta sempre i colpi in serie. Il 20enne Obbadi si aggiudica il terzo successivo consecutivo nel torneo.

56 kg. Il siciliano Samuele Lo Porto è stato autore di un bellissimo torneo caratterizzato da due vittorie sorprendenti. In finale trova il laziale delle Fiamme Oro Stefano Gasparri, favorito e vincitore dell’edizione 2013. La tecnica di Gasparri ha la meglio nelle due riprese. Il tenace Lo Porto tenta l’ultima carta a sua disposizione e, nel terzo round, si incolla all’avversario che, però, vince meritatamente.

64 kg. Il match tra il pugliese Michele De Filippo e Sebastian Mendizabal, romano ma basco di nascita, si preannuncia come uno scontro tra fighter difficile da pronosticare. I due si temono. Anche quando affondano i colpi, si preoccupano delle reazioni avversarie. Prevale la maggior esperienza di De Filippo che conquista il terzo Guanto d’Oro della sua carriera.

69 kg. L’ex campione italiano Alfonso Di Russo potrebbe avere vita facile contro Vincenzo Bevilacquama il romano ha fin qui dimostrato grande carattere e voglia di vincere. Infatti, Bevilacqua inizia per niente in soggezione. Con il passare dei minuti, Di Russo prende la distanza giusta e, nel terzo round, la sua esperienza fa la differenza. Vittoria a maggioranza per l’abruzzese.

75 kg. Giuseppe Perugino affronta il pugliese Saverio Gena per la sesta volta. Dopo quattro vittorie di Perugino, l’ultimo match si è chiuso in parità. Lo stile di Perugino può sembrare indisponente ma denota personalità: guardia bassa e movimenti da felino ma Gena non guarda in faccia a nessuno ed il suo destro si stampa violento sul volto del campano che vola al tappeto. Il pugile delle Fiamme Oro riprende in mano il match ma quando Gena arriva, son dolori. I giudici premieranno la maggiore attività di Perugino o i colpi di Gena, più rari ma efficaci? Vince di misura all’unanimità Perugino suscitando la reazione furiosa di Gena e del suo angolo.

91 kg. Il pugliese Giuseppe Claudio Squeo, favorito in virtù di una maggiore esperienza, si batte con il siciliano Emanuele D’Ippolito. Il match è il più facile da decifrare anche per i giudici. Squeo avanza ininterrottamente ed i suoi sinistri si aprono spesso un varco nella guardia dell’avversario, meno brillante rispetto alle giornate precedenti. Per Squeo, dopo una sessantina di match e alcuni buoni piazzamenti, arriva il momento di una vittoria importante.

Hanno arbitrato e giudicato i sigg. Fabio Angileri, Wilfredo Annichiarico, Marco Celli, Francesco Cicilese, Albino Foti, Valter Giorgetti, Vincenzo Lagala, Alexandra Rangu, Maria Rizzardo, Gaetano Valentino.

E’ possibile vedere qualche scatto della manifestazione al link:

https://picasaweb.google.com/104898199322642854799/GuantoDOro2014#

Domenica 29 giugno 2014 ore 16:00 – Risultati delle Finali

52 kg: Mohammed Obbadi (TS) V/3-0 Gianluca Conselmo (SC)

56 kg: Stefano Gasparri (FFOO) V/3-0 Samuele Lo Porto (SC)

60 kg: Donato Cosenza (FFOO) V/2-1 Fateh Benkorichi (LB)

64 kg: Michele Valentino De Filippo (PL) V/3-0 Sebastian Mendizabal y Rosa (LZ)

69 kg: Alfonso Di Russo (AB) V/2-1 Vincenzo Bevilacqua (LZ)

75 kg: Giuseppe Perugino (FFOO) V/3-0 Saverio Gena (PL)

81 kg: Daniele Scardina (LB) V/3-0 Antonio Lavitola (CL)

91 kg: Giuseppe Claudio Squeo (PL) V/3-0 Emanuele D’Ippolito (SC)

+ 91 kg: Guido Vianello (GSF) V/2-1 Alessio Spahiu (LB)

Demetrio Romanò