Luca Messi dà l’addio alla boxe dopo 50 match professionistici
- Pubblicato: 01 Maggio 2015
Lo scorso sabato 25 aprile, al palasport Italcementi di Bergamo, oltre ai match valevoli per le World Series, si è disputato l’incontro professionistico tra i pesi welter Luca Messi e Giammario Grassellini. Prima e dopo il match, il “Bergamo Bomber” ha annunciato che non salirà più sul ring in veste di pugile.
L’incontro ha avuto poca storia. Dopo un primo round di studio, al secondo, Grassellini ha accusato un dolore ed ha abbandonato la sfida. Il referto medico dirà poi che ha riportato l’incrinatura di due costole.
Luca Messi si ritira dopo 17 anni di professionismo con un record composto da 50 incontri, 38 vinti (14 per ko), 11 persi ed 1 pareggiato. Ci sembra doveroso scambiare due chiacchiere con lui.
- Cosa hai provato prima e dopo il match?
“Tante emozioni. E’ stato bello perché ho rivissuto tutte le emozioni di venti anni di carriera. Era quello che volevo”.
- Sarà un vero ritiro o farai come tanti pugili che, poi, ritornano sul ring? Messi ride … e risponde
“So già che ci sarà la tentazione di tornare sul ring perché interrompo un’attività che mi piace. Sono però consapevole che non si può andare contro il tempo ed io ho 40 anni e venti anni di boxe alle spalle. Ritirandomi accontenterò Roberta, mia sposa tra qualche mese. Penso che potrei ripensarci solo se ricevessi una proposta veramente interessante, per esempio un titolo italiano”.
- Quali ritieni siano stati i tuoi match più belli?
“In assoluto quando ho vinto il titolo italiano dei welter contro Lauri (8 marzo 2002 a Bergamo), che mi aveva battuto da dilettante per ko e per ferita. Lì mi sono preso la rivincita ed è stata proprio una bella soddisfazione. Poi, naturalmente, il mondiale fatto con Garcia a Chicago nel 2005”.
A proposito del mondiale, permettetemi una nota personale. All’epoca scrivevo per Mondoboxe. L’amica e pugile professionista Sonia Grande, dal bordo ring americano, mi mandò un sms “Messi ha perso ai punti contro un avversario molto forte ma Luca è stato veramente un guerriero e gli ha fatto piegare le gambe. Peccato, poteva farcela ma forse non ci ha creduto fino in fondo”.
Il suo avversario, Alejandro Garcia, si era presentato sul ring con un terrificante record di 25 match disputati, 24 vinti tutti per ko ed 1 sconfitta. Messi è stato il primo pugile a resistergli in piedi e l’ha fatto dopo dodici dure riprese.
- C’è un incontro che vorresti rifare, in cui pensi di non aver dato il massimo?
“Sicuramente l’incontro con Piccirillo per il titolo europeo (27-7-2006 al Vigorelli di Milano nella serata delle “Tre corone”). Ero condizionato dal tappeto del ring, continuavo a scivolare e non ho reso al massimo. Non ero nemmeno concentrato al 100%”.
- Cosa c’è ora nel tuo futuro: sport, politica?
“Ho un centro di medicina sportiva e gestisco due palestre dove seguo gli amatori. Non so se seguirò anche gli agonisti. La politica l’ho abbandonata per allenarmi al meglio. Se ricevessi una proposta interessante da qualche gruppo, potrei anche pensarci”.
- Prima hai accennato al tuo futuro matrimonio. Quando sarà?
Messi è un personaggio simpatico, schietto e mai banale. Non si smentisce con questa risposta.
“ Mi sposo il prossimo 13 agosto proprio il giorno del 10° anniversario del mondiale contro Garcia. Così, in futuro, non mi dimenticherò la data di questo evento”.
- Vuoi toglierti qualche sassolino dalla scarpa, c’è qualcosa che ti ha infastidito e vuoi dirlo?
Non si fa pregare.
“Sì. All’Italcementi si disputavano i match di World Series e c’erano tutte le istituzioni federali pugilistiche, presidente compreso. Purtroppo la federazione, dopo avermi danneggiato per anni, non ha pensato a farmi un omaggio per la fine della mia carriera. Avrei gradito anche solo un piccolo pensiero”.
- E c’è qualcuno che vuoi ringraziare? (Crediamo di conoscere la risposta).
“La prima persona che desidero ringraziare è Omar Gentile, mio ex socio ed ex presidente del Comitato Lombardo. E’ lui che mi ha seguito sempre, in ogni momento per tutta la durata della mia carriera. Ringrazierei anche Don King che mi ha permesso di disputare il mondiale in America”.
Si conclude qui la breve chiacchierata con Luca Messi, pugile che ha dato molto alla Lombardia e all’Italia pugilistica non solo con i risultati ma anche con il suo carisma e la presenza a tutta una serie di iniziative e manifestazioni sportive.
Demetrio Romanò