SuatMugnano (Napoli), sabato 17 dicembre 2016. E’ sui ring professionistici da dieci anni anche se, attualmente, lo si trova più spesso come tecnico all’angolo dei pugili della Suat Boxe che sul quadrato. E’ Suat Laze, 36enne nato a Durazzo, in Albania, e residente a Como.    

Dopo sette anni d’attività e due vittorie in entrambe le edizioni della Coppa Italia Pro, aveva appeso i guantoni al classico chiodo. Gli ultimi due incontri sono stati con Cipolletta e Manno, campioni italiani. Lo scorso 30 aprile, a Boffalora sopra Ticino, è tornato all’agonismo ed ha ottenuto la qualifica di sfidante al titolo italiano dei pesi piuma detenuto da Nicola Cipolletta.  

Il match titolato è stato trasmesso in diretta da RaiSport e si è disputato a Mugnano per l’organizzazione Boxe Rosanna Conti Cavini che ha ricordato con un filmato l’indimenticato Umberto Cavini a due anni dalla sua prematura scomparsa.

Guidato all’angolo dal manager Massimo Brognara e dal tecnico Damiano Migale, il pugile lombardo ha guadagnato il centro del ring ma Cipolletta è un pedalatore instancabile e difficile da inquadrare. I colpi di sbarramento del napoletano gli hanno fruttato il vantaggio nelle prime quattro riprese.

Nel quinto round, la boxe di Laze si fa più aggressiva. Non sempre i suoi colpi sono precisi ma qualche gancio va a segno e si fa sentire. Il paradenti del campione vola dopo un sinistro. La tattica del comasco è quella giusta ma qualche secondo di riposo, a volte, può rigenerare.

Cipolletta è integro e, dal round successivo, riprende il comando delle operazioni approfittando di un calo di ritmo di Laze che deve rifiatare. Nel nono round, Laze viene richiamato ufficialmente per l’uso improprio della testa però il paradenti di Cipolletta vola ancora dopo un destro ma per lui non c’è nessun richiamo.

Al termine delle dieci riprese, il vantaggio di Cipolletta è abbastanza netto. Se non abbiamo capito male, sono 3, 4 e 5 i punti sui tre cartellini a favore del riconfermato campione.

                                                           Demetrio Romanò